Internet compie 50 anni: cosa è cambiato?

Internet compie 50 anni: cosa è cambiato da allora?

Il 29 ottobre del 1969 avveniva il primo collegamento tra due computer. Mezzo secolo dopo, l’inventore del VR, Jaron Lanier, denuncia il “guasto” della rete.
Oggi Internet è corrotta dal capitalismo digitale fondato sulla manipolazione e sul furto dei dati. Il modello di business va cambiato attraverso un’inversione di rotta che metta al centro dell’attenzione l’utente, motore del mondo che sarà.

Internet non è solo la tecnologia che ha azzerato le distanze favorendo l’innovazione. Internet prima di tutto è stata una RIVOLUZIONE, anche più che sottovalutata, che ha cambiato radicalmente il nostro modo di vivere, di pensare e di lavorare, cancellando professioni e creandone di nuove, ma che soprattutto ha cambiato le modalità di relazione e di conoscenza tra gli esseri umani.

Tutti questi cambiamenti hanno portato ad una nuova categoria dell’essere, portando infatti ad una interconnessione tra ciò che avviene online e ciò che avviene in digitale, ognuna riflesso dell’altra. Questa trasformazione ci ha portati da una lettura alfabetica ad una visuale, un processo se vogliamo anche pericoloso con cui, ora, bisogna fare i conti.

 

Ad esempio, ci avvaliamo sempre più di assistenti virtuali: questo ci permette di non focalizzar più l’attenzione su qualcosa di specifico. Di questo passo non useremo più le mani, ma solo la voce, non solo per le ricerche online ma anche per azioni nella vita reale. Ed è chiaro che tutto questo cambiamento provocherà importanti scossoni, a livello non solo relazionale, ma anche economico e politico.

Il Dark Side della rivoluzione digitale risulta sempre più la sicurezza delle reti. Da regno della libertà, siamo passati a doverci misurare con un orizzonte denso di rischi. Un tempo il ladro entrava in casa, oggi accede al conto in banca, al pc o al telefonino. Allo stesso modo, le discussioni che un tempo animavano i bar, oggi affollano il mondo dei social. Di conseguenza, sono nate anche figure negative, come gli haters, le cui rappresaglie sono forti dell’assenza di un contatto fisico ma sono schermate dal contatto indiretto. In questo modo, infatti, vengono meno la cautela, il pudore o la vergogna e tutto è permesso. Sul web si interagisce con persone mai viste con toni e modi che nella vita analogica non utilizzeremmo mai. Infatti, ciò che bisogna ricordare è che reati e leggi valgono anche su Internet.

 

In questo senso, diventa sempre più importante il tema dell’Awareness, ovvero la sensibilizzazione per chi si occupa di sicurezza.

Cosa significa occuparsi di awareness applicata ai comportamenti digitali di tutti i giorni?

Sicurezza informatica e dipendenza socio-psicologica vanno di pari passo. Awareness è la consapevolezza e tutela degli strumenti utilizzati. Quella che va sviluppata, in altre parole, è una sorta di coscienza digitale con comportamenti corretti.

Ad esempio, quello che al momento è visto come il problema peggiore della rete, sono il furto dei dati e le fake news.

Privacy e cyber security sono complementari

libertà, autonomia, riservatezza ed intimità sono costantemente messe a rischio nella vetrina di internet. E la privacy è un fatto relazionale, non dipende da una tecnologia né da una legge. Il caso dei social è sicuramente il più significativo, poiché è li che inseriamo volontariamente foto, video e dati sulla nostra vita. Ciò che ne consegue lavorativamente parlando, ad esempio è la REPUTATION.

Le fake news sono l’apoteosi della manipolazione d’opinione. È una tecnica antichissima utilizzata soprattutto in guerra, con la quale si induceva il nemico a compiere il passo falso. Uno strumento di propaganda, in sostanza. Interagendo sui social offriamo una mappatura completa di chi siamo e quello che ci piace. La profilazione dei social, permette ai grandi player inserzionisti come Facebook, Instagram, Google e Twitter di proporre quello che siamo più propensi a desiderare. Ed è proprio da qui che trae energia il mondo delle fake news, generando una realtà artificiale che corrisponde ai nostri gusti e alle nostre tendenze, costruita con gli algoritmi che elaborano informazioni coerenti con le nostre inclinazioni. In questo modo, di fatto, viene azzerata la libera ricerca dell’utente.
È così che si manipolano le elezioni, come è già successo, e non è difficile pensare che avverrà ancora.

La soluzione?

Non può che essere quella, più semplice, di impegnarci  ad utilizzare con senso di responsabilità la rete. Solo allora potremo contribuire a dare vita all’idea originaria di Rete: uno strumento utile al bene dell’umanità.